L’Unbound Gravel di Emporia si conferma ancora una volta la vetrina perfetta per le novità più attese del settore. Dopo le nuove proposte di Orbea, Factor, Specialized e persino Campagnolo, è il turno di Pinarello. Ma come nel più classico dei teaser cinematografici, la casa veneta ha scelto il mistero: una bici senza alcun marchio visibile, ma con geometrie e linee che parlano da sole.
Indizi? Più di uno. Atleti sponsorizzati Pinarello immortalati con il mezzo, tubazioni riviste ma con l’inconfondibile tocco della casa di Treviso, e una Axelle Dubau-Prévot – attualmente nella top ten del LifeTime Grand Prix – beccata in centro ad Emporia in sella al prototipo.
Meno onde, più funzionalità
La bici, che con tutta probabilità sostituirà la Grevil F, mostra un design più pulito e lineare. Spariscono molte delle curve estreme che caratterizzavano il telaio precedente: il tubo obliquo ora è dritto come una freccia e presenta un piccolo vano portaoggetti integrato.
Anche i foderi alti (seatstay) perdono la forma a più angoli per una struttura più semplice, con una giunzione abbassata che promette maggior comfort e un profilo aerodinamico migliorato.
Le forme del triangolo posteriore, dritte e decise, ricordano curiosamente quelle della Specialized Shiv, una bici da cronometro. Anche qui, ogni dettaglio sembra mirare a un perfetto equilibrio tra rigidità, comfort e aerodinamica.
Gomme larghe, ma non larghissime
Se la tendenza del 2025 sembra spingere verso passaggi ruota sempre più generosi – con molte bici che ora accettano coperture da 2.1” o più – Pinarello sembra mantenere il suo limite massimo intorno ai 50 mm.
La bici avvistata montava copertoni Hutchinson Touareg da 50 mm su ruote Mavic, con uno spazio limitato tra i foderi bassi. Nulla di nuovo, ma nemmeno troppo restrittivo, considerando che bici come la Specialized Crux si fermano a 47 mm e la Canyon Grail a soli 42 mm.
Del resto, la Grevil F era già all’avanguardia su questo fronte. Forse a Villorba hanno deciso che non è necessario inseguire l’esagerazione, ma piuttosto perfezionare ciò che già funziona.
Pensata anche per il bikepacking
Nonostante il suo debutto avvenga in una delle gare gravel più competitive al mondo, la nuova Pinarello non nasconde la sua anima da bici d’avventura. I dettagli parlano chiaro: tre attacchi per borse su ogni stelo della forcella, predisposizioni nel triangolo principale per una frame bag, due inserti sul tubo orizzontale per una borsetta da manubrio, un supporto sotto il movimento centrale per un terzo portaborraccia, e addirittura i fori per montare i parafanghi.
Una bici che sa adattarsi, in grado di affrontare sia una gara estrema nel fango del Kansas, sia un viaggio di più giorni su sterrati lontani dall’asfalto.
Quando arriverà?
Al momento, da Pinarello nessuna conferma né comunicato ufficiale. Ma con almeno sei esemplari avvistati ad Emporia e diversi atleti già in sella da settimane, è lecito pensare che il modello sia ben oltre la fase di prototipo.
Il lancio ufficiale potrebbe essere solo questione di tempo.
Nel frattempo, ci godiamo l’anteprima di una bici che sembra pronta a scrivere un nuovo capitolo nel mondo gravel made in Italy – anche se per ora, lo fa in incognito.
Articolo a cura della redazione di gravelnews.it
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