11 maggio 2025, mentre tutti penseranno al Giro d’Italia, ci sono ciclisti (e tifosi) che guarderanno la TRO BRO LEON!
Nel cuore della Bretagna, tra campagne ventose e sentieri sterrati, ogni primavera si corre una delle gare più affascinanti e dure del calendario ciclistico internazionale: la Tro Bro Léon. Nata nel 1984 come evento amatoriale grazie alla passione di Jean-Paul Mellouët, questa corsa ha saputo ritagliarsi uno spazio unico, diventando un simbolo di resistenza e legame con il territorio. Dal 2000 è entrata a far parte del circuito professionistico e oggi brilla tra le prove dell’UCI ProSeries.
Ribinoù: l’anima della corsa
Ciò che rende la Tro Bro Léon diversa da tutte le altre gare è l’uso dei ribinoù, un termine bretone che indica le strade bianche, i sentieri agricoli, i passaggi su terra e ghiaia che costellano il Finistère. In un mix letale tra strada e sterrato, ogni edizione include decine di questi settori: nel 2024 ne sono stati affrontati ben 29, per un totale di 34,6 chilometri su un percorso complessivo di oltre 200 km. Un'autentica battaglia su fondo misto, paragonata spesso – e non a caso – alla Parigi-Roubaix, tanto da essere soprannominata la “Roubaix del Bretagna”.
Italiani protagonisti
Nonostante il terreno ostico e le caratteristiche spesso più adatte ai corridori del nord Europa, l’Italia ha saputo scrivere pagine importanti nella storia recente della Tro Bro Léon. Il primo squillo azzurro è arrivato nel 2019 con Andrea Vendrame, capace di domare i ribinoù con una prestazione di forza e astuzia. Quattro anni dopo, è stato Giacomo Nizzolo a replicare l’impresa, vincendo allo sprint l’edizione 2023 con una volata magistrale. Due successi che certificano la crescente affinità dei corridori italiani con le gare di resistenza su terreni misti.
Edizione 2024: trionfa De Lie
L’ultima edizione, disputata il 5 maggio 2024, ha visto il successo del belga Arnaud De Lie, che ha preceduto i francesi Clément Venturini e Pierre Gautherat. Una conferma dell’ottimo momento del giovane talento belga, già protagonista nelle classiche del nord, capace di imporsi anche su un percorso così selettivo e tecnico.
Il maialino in palio
A rendere la gara ancora più leggendaria è un dettaglio tanto folkloristico quanto emblematico: il premio speciale per il miglior corridore bretone è un maialino vivo, offerto simbolicamente come riconoscimento dell’orgoglio locale. Un omaggio alle radici agricole della regione, ma anche un richiamo all’anima popolare e autentica dell’evento.
Un monumento alternativo
La Tro Bro Léon non è una corsa per tutti. Richiede coraggio, adattabilità e una buona dose di fortuna. Ma per chi ama il ciclismo nella sua forma più cruda e romantica, rappresenta un vero e proprio monumento alternativo. E con due vittorie tricolori negli ultimi anni, anche l’Italia ha imparato ad amarla.
La manifestazione per gli amatori
L’evento propone anche una versione "challenge" aperta agli amatori, offrendo percorsi rando e gravel per permettere a tutti di misurarsi con le difficili strade bretoni: si va dai 36 km del “Bihanig Leon” ai 143 km del “Ribinoù Leon”, con fino a 50 settori di sterrato. Tutti i tracciati si svolgono su strade aperte al traffico e i partecipanti sono tenuti al rispetto del Codice della Strada.
La diretta
La TRO BRO LEON sarà visibile su Eurosport Discovery plus a partire dalle 15:10 di domenica 11 maggio!
Tutte le informazioni su: https://www.trobroleon.com/fr
Articolo a cura della redazione di gravelnews.it
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