The Rift 2025
Islanda selvaggia, imprese solitarie. Klöser e Klaris dominano nel deserto di lava
Nel cuore selvaggio dell’Islanda, tra campi di lava, pioggia e cenere vulcanica, Rosa Klöser e Magnus Bak Klaris conquistano la gloria con due assoli magistrali. The Rift si conferma una delle prove più dure e affascinanti della Gravel Earth Series.
Hvolsvöllur, Islanda – Sabato 19 luglio. Un’alba grigia, una pioggia sottile, l’odore acre della terra nera che sale tra le nuvole basse. Davanti a oltre 200 chilometri di sterrati artici, salite spacca-gambe e discese scavate nella roccia vulcanica, i migliori gravel rider del mondo si sono dati battaglia in una delle gare più suggestive e brutali del calendario: The Rift.
Una prova iconica per ambientazione, durezza e isolamento. Non ci sono folle, non c’è rumore. Solo il rumore delle ruote sulla cenere e il respiro che si fa sempre più corto tra salite impervie e temperature rigide. In questo scenario quasi lunare, Rosa Klöser e Magnus Bak Klaris hanno scritto una pagina da protagonisti.
Klöser regina d’Islanda: 140 km da sola verso il trionfo
La tedesca Rosa Klöser (Canyon-SRAM zondacrypto), dopo essere salita sul podio alla Traka e a Santa Vall, ha finalmente trovato la sua giornata perfetta. Ha attaccato dopo appena 45 km, sulle prime rampe del tratto centrale, e nessuna ha più potuto avvicinarla. Una cavalcata solitaria di oltre 140 km, chiusa con sei minuti di vantaggio su tutte.
Alle sue spalle, l’olandese Geerike Schreurs (SD Worx-Protime), già terza nel 2024, ha conquistato un secondo posto prezioso dopo 120 km vissuti in totale solitudine. Terza la statunitense Morgan Aguirre (PAS Racing), attuale leader della classifica GES grazie ai successi a Tierra de Campos e The Hills.
"Il paesaggio islandese è crudo, selvaggio, mozzafiato. Ma correre qui è anche una prova durissima. Dopo 120 km da sola, sono felice di essere riuscita a salire sul podio", ha raccontato Schreurs sui social.
Klaris forza la mano e doma la lava: secondo successo GES per il danese
In campo maschile, è stato Magnus Bak Klaris (PAS Racing) a prendersi la scena. Dopo aver seguito Tiago Ferreira nel tratto più tecnico a metà gara, il danese ha sferrato l’attacco decisivo negli ultimi chilometri, lasciando il portoghese – vincitore di Tierra de Campos – a 19 secondi. Terzo, più staccato, l’ex pro su strada Petr Vakoč (Canyon), arrivato con oltre sei minuti di ritardo.
"Il percorso era più duro di quanto mi aspettassi: roccioso, spaccagambe, con salite molto più ripide. Ma la scenografia era irreale. Sembrava di correre su un altro pianeta", ha scritto Klaris.
Con questa vittoria, Klaris firma il secondo successo nella Gravel Earth Series 2025, dopo quello ottenuto a febbraio a Santa Vall, consolidando la sua candidatura al titolo generale.
The Rift: quando la natura comanda
L’edizione 2025 si è corsa su un tracciato parzialmente rinnovato: 200 km di cui l’85% su sterrato puro, 2.600 metri di dislivello tra fiumi glaciali, passaggi su lava tagliente e condizioni meteo imprevedibili. La partenza da Hvolsvöllur, ai piedi del vulcano attivo Hekla, ha accolto i rider con pioggia e venti freddi.
La natura islandese non concede nulla. E proprio questo fa di The Rift una gara unica: una sfida all’ambiente prima ancora che agli avversari, dove meccanica, fatica e concentrazione devono trovare un equilibrio perfetto.
Molti nomi importanti non hanno concluso la prova: fuori Hugo Drechou, Nathan Haas e Axelle Dubau-Prévot. Il campione in carica Simen Nordahl Svendsen si è fermato al 13° posto, a oltre 18 minuti dal vincitore.
Un Gravel epico tra fuoco e ghiaccio
The Rift non è solo una corsa: è un viaggio iniziatico, un’esperienza che scolpisce le gambe e la memoria. Ogni tratto di strada racconta qualcosa della geologia feroce dell’Islanda, ogni salita mette alla prova il cuore, ogni discesa sfida il controllo.
Klöser e Klaris non hanno solo vinto: hanno dominato in solitaria in un ambiente che non perdona. La loro impresa rimarrà impressa tra le più significative del calendario 2025 della Gravel Earth Series.
La carovana ora si sposta verso le prossime tappe, ma lo spirito della Rift rimarrà impresso a lungo in chi l’ha vissuta.