GORIZIA – Era una giornata torrida, di quelle che non perdonano nulla e mettono a nudo la verità. Sul circuito di San Floriano del Collio, dove il Campionato Italiano su strada 2025 ha vissuto il suo epilogo, è successo qualcosa che rimarrà negli annali. Filippo Conca, 26 anni, maglia bianca e candida del Swatt Club, ha battuto tutti. Non solo ha vinto: ha stravinto moralmente, con una corsa intelligente, lucida, coraggiosa. E con lui ha vinto un’idea.
La gara è esplosa nei chilometri finali dopo una giornata corsa a strappi, col sole che picchiava e il gruppo che non trovava mai davvero una direzione. In fuga, il duo Swatt Club composto da Francesco Carollo e Lorenzo Ginestra, con Samuele Zoccarato (Polti VisitMalta). Un primo segnale.
Poi, con il passare dei chilometri, tra attacchi e cadute, il gruppo si è selezionato. I “pro”, quelli veri, quelli con la scritta WorldTour sulla maglia, arrancavano. Alessandro Covi (UAE Team Emirates-XRG), Thomas Pesenti (Soudal-QuickStep Devo Team), Giovanni Aleotti (Red Bull-Bora-Hansgrohe), e Jonathan Milan (Lidl-Trek), che ha provato a tenere duro fino alla fine, si sono ritrovati ad inseguire o a subire.
Nel finale, in un gruppetto di cinque, Conca non ha esitato. Ha lanciato la volata, ha creduto in sé stesso e ha fatto tutto alla perfezione. Ha battuto Covi, ha battuto Pesenti, ha battuto Aleotti. Ha battuto un sistema.
Come è possibile? La forza di un’idea contro la macchina organizzata
La domanda rimbalza da Gorizia a ogni sede sportiva italiana: come può un club dilettantistico, nato da un blog, battere squadre WorldTour?
La risposta è semplice e insieme profondamente scomoda: perché il ciclismo sta cambiando. Lo Swatt Club è l’espressione più visibile di un movimento che vuole uscire dalle liturgie stanche del professionismo, riportando al centro le persone, l’energia, la libertà.
Conca e i suoi compagni – esclusi, dimenticati, scartati dal grande circuito – corrono come se ogni gara fosse l’ultima occasione per esistere. E quando lo fai, dai tutto. Senza tatticismi, senza ruoli imposti.
Questo nuovo ciclismo si vede anche altrove. Si chiama Tour de Tietema, nasce da uno YouTube channel olandese diventato squadra, diventato realtà, e oggi punta al Tour de France 2026. E non è un sogno. Il nuovo campione nazionale slovacco 2025 corre proprio per loro. Questi progetti, ibridi tra comunicazione, contenuto e performance, stanno ridefinendo il panorama.
Una sconfitta che deve far pensare
La vittoria di Filippo Conca non è un caso isolato. È un sintomo. Il ciclismo italiano tradizionale è arrivato a un punto di rottura.
Chi ha vinto oggi è un’idea di ciclismo diversa. Un ciclismo libero, genuino, di passione. Un ciclismo fatto da chi ha trovato fuori dal sistema la forza per rinascere. Filippo Conca ha vinto con una maglia candida, simbolo di chi non ha nulla da perdere e tutto da dimostrare.
Se il professionismo italiano non cambierà rotta, non sarà più il motore del movimento. Sarà solo la zavorra. La rivoluzione è cominciata. E porta la firma di un ragazzo che, per un anno, vestirà la maglia tricolore. Anche se nessuno sa ancora in quali corse.
Filippo Conca: “È da ottobre che aspetto questo giorno”
"È stata una giornata incredibile. A ottobre l'anno scorso quando sono rimasto senza squadra dopo quattro anni due in World Tour e due in Professional passati ad aiutare i compagni di squadra, perché era il mio lavoro, ho avuto poche opportunità per fare la mia corsa negli ultimi anni. Aiutavo sempre i compagni e dopo quattro anni per via del fatto che non avevo molti risultati sono rimasto senza squadra, neanche una Continental ho trovato… A ottobre avevo due scelte: o smettere o continuare con la realtà di Swatt Club. Mi hanno dato questa opportunità di poter fare le gare gravel e ho gareggiato prevalentemente nel gravel. Non è stata una stagione facile perché ho avuto diversi infortuni e cadute, l'ultima a metà maggio a Livigno: ho centrato una marmotta in discesa…
È da ottobre che ci credo e aspetto questo giorno: è un sogno che si avvera e non è tanto per il Campionato Italiano in sé, ma per tutta la sofferenza che ho avuto in questi mesi. Sono davvero orgoglioso di me stesso e delle poche persone che ci sono state. Devo ringraziare anzitutto la mia famiglia, tutti quanti, Carlo Beretta e Kaiser [Francesco De Candido, fondatori dello Swatt Club, n.d.r.] che hanno creduto in me, dandomi la possibilità di continuare. Ora spero che sia un nuovo inizio. Ringrazio tutti i miei amici che erano presenti sul percorso, è inutile che li elenchi, sono troppi.
Nel finale ho capito che avrei potuto farcela: sapevo che Covi era il più veloce, ma so anche che certe giornate riesco a essere davvero veloce. Se fossi arrivato all'inizio del pavé a 100m dall'arrivo con più velocità degli altri, probabilmente avrei vinto e così è stato".